Quando tra pochi giorni Giorgia Meloni diventerà Presidente del Consiglio dovrà ricordarsi degli amici, quelli veri, servirà un ringraziamento particolare al suo più grande alleato, il responsabile della campagna elettorale, colui che ha polarizzato sulla leader di Fratelli d’Italia tutte le critiche per indirizzarle una montagna di consensi. Chi? Enrico…Letta! Per lei è bastato un mirato silenzio politico gestito ad arte, da chi il mestiere lo conosce bene, riuscendo a capitalizzare tutti gli errori dei suoi avversari. Proprio il segretario del PD, già scaricato dalla sua stessa nave, sembra quasi irriconoscibile, la brutta copia del Letta Presidente del Consiglio, assomiglia al Lost in Translation della politica italiana. Ha iniziato consigliando gli occhi da tigre come arma per tutti i candidati, per continuare ad evocare i fantasmi del passato o di possibili influenze straniere sull’Italia, senza rendersi conto che il popolo italiano non è una élite di pensatori ma una platea di sofferenti che cerca le risposte per il giorno dopo, senza più riferimenti politici stabili. E’ vero che la legge elettorale lo costringeva ad improbabili alleanze ma è anche vero che se non hai un progetto politico chiaro e l’unica visione del futuro è come mettere insieme Fratoianni, Casini, Bobo Craxi, Bonelli e Boldrini, il campo largo rimane solo una bella strategia per mantenere le poltrone. Proprio la ex Presidente della Camera è riuscita a sintetizzare il problema con la sua prima uscita pubblica dopo la rielezione in Parlamento. Si presenta alla manifestazione degli studenti a favore del diritto all’aborto per dire che appoggia le loro istanze. Le viene caldamente consigliato di uscire dalla piazza proprio perché rappresentante di una élite lontana dalle rivendicazioni popolari. Lei se ne è andata stizzita con tanto di applauso polemico nei confronti di chi ha legittimamente espresso un’opinione. La Boldrini, non avendo capito la contestazione, ha girato le spalle e se è andata insieme alla sua scorta, ha chiesto all’autista di portarla a casa,il maggiordomo le ha preparato un tè e la sua cameriera un bel bagno di sali, giusto per togliersi da dosso quel fastidioso odore di plebe… Anche per questo la Meloni ha avuto vita facile: è bastato stare in silenzio simulando una buona dose di moderatismo, con qualche scivolata medievale modello Peppa Pig, che rispetto al disastro generale è passata quasi inosservata. Abbiamo vissuto un’altra bruttissima campagna elettorale: chi si è impegnato a costruire ombre sul passato delle persone, non ha compreso che il vero tema era quello di dare una speranza per il futuro; anche le poche promesse sono apparse afflosciate. Si è passati dal milione di posti di lavoro con il taglio delle tasse a finire miseramente a prometterti una doccia a settimana (gelata), un pasto al giorno e tanto tanto freddo per conservarsi meglio perché ormai il gas costa così tanto che anche suicidarsi è un privilegio. In mente ci è rimasto solo il veleno di una classe politica che non riesce più nemmeno a scuotere la pancia delle persone. Ad oggi ancora non sono stati proclamati gli eletti, ci sono voluti giorni per assegnare seggi. In Brasile dopo poche ore avevamo già i risultati certi del primo turno delle presidenziali. Questa è l’Italia del 2022.
Pensatore intermittente , sempre condizionato dal cuore , vincolato da un incurabile senso di giustizia. Ha vissuto una vita divisa fra la passione per la politica e la concretezza dell’impegno lavorativo. Ha ricoperto diversi ruoli politici che gli hanno permesso di provare a mettere in pratica le sue idee facendolo scontrare con i muri dell’indifferenza e dell’individualismo. Ora fa l’opinionista per una rivista on line, Perugia Today, come osservatore vicino e distante rispetto al mondo che ci circonda. .
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