Alzi la mano chi guardando la foto di Vanessa Incontrada su Vanity Fair abbia avuto una sensazione sgradevole. Ovviamente nessuno.Il suo lodevole scopo di difendersi da tutti gli stupidi attacchi ricevuti in questi mesi per il suo aspetto fisico, durante e dopo la gravidanza, ha prodotto un risultato diverso da quello sperato. Chi si trova sulla scena sa benissimo di poter diventare oggetto di critiche che nulla hanno a che vedere con la professionalità. Fa parte del gioco. Se ritieni che queste critiche siano insopportabili ed ingestibili allora è meglio scegliere un altro mestiere, perché cambiare la testa delle persone che sanno esprimere solo la propria radicata invidia sociale è una battaglia persa. Involontariamente la Incontrada ha generato ulteriore imbarazzo in coloro che sono oggetto di body shaming e vivono nella vergogna ogni giorno, spesso vittime di insulti per difetti fisici, senza bisogno dei riflettori dello schermo. Qualcuno soffre per i presunti difetti del corpo nel silenzio delle proprie mura domestiche, magari indispettendosi per i paragoni con una ragazza come la Incontrada. La derisione del corpo di una persona è una sorta di bullismo diffuso in ogni ambiente, dalla scuola al lavoro, fin anche in famiglia e Internet ne è divenuto inaspettata cassa di risonanza. Capita a uomini e donne. Succede anche a me. Ancora di più perché conduttore di una trasmissione televisiva locale. Qualche telespettatore è molto più attento alla forma dei i capelli o al colore della camicia che al contenuto del programma o alle parole degli ospiti. Ma qualcuno trasforma i propri apparenti difetti, che talvolta diventano una caratteristica della persona, in un simbolo di fascino. Anche Andreotti era deriso per la sua gobba, che tuttavia cedeva il passo, diventando trasparente e ininfluente, rispetto alla sua intelligenza. Per altri ancora le carenze nell’immagine sono diventate caratterizzazione cinematografica ed occasione per diventare famosi. Ora ci troviamo in un’epoca bombardata dall’apparenza dove il pettegolezzo diventa amplificato dai social fino alla molestia. Perché sorprendersi tanto se noi tutti siamo oggetto di futili critiche? Giudicare è umano e non bisogna diventare delle star per essere osservati. Puoi decidere di ignorare o di farti travolgere fino a condizionare la vita. Nei confronti della maleducazione, difetto ben più grave e diffuso, non conosco cure efficaci. Chi non è premiato dalla natura ha sempre molte altre opportunità per giocare la partita della vita.
Pensatore intermittente , sempre condizionato dal cuore , vincolato da un incurabile senso di giustizia. Ha vissuto una vita divisa fra la passione per la politica e la concretezza dell’impegno lavorativo. Ha ricoperto diversi ruoli politici che gli hanno permesso di provare a mettere in pratica le sue idee facendolo scontrare con i muri dell’indifferenza e dell’individualismo. Ora fa l’opinionista per una rivista on line, Perugia Today, come osservatore vicino e distante rispetto al mondo che ci circonda. .
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