Mentre il nostro Presidente del Consiglio in diretta televisiva ci illustrava baldanzosamente il nuovo piano anti Coronavirus per le feste natalizie, per una strana coincidenza quasi mille famiglie stavano piangendo la perdita dei loro cari; ma Conte ha preferito omettere di dire che stava parlando nel giorno peggiore in termini di perdite di vite umane. A proposito dei freddi numeri, inesorabili, sicuramente interpretabili, la curiosità mi ha portato a cercare la triste statistica di decessi nello stesso giorno per gli altri Paesi Europei. La Germania (450), la Spagna (250), la Francia (300), il Regno Unito (400). E la tanto criticata Svezia, quella che è stata vista come la regina di tutti i mali con la sua politica tra il liberale ed il fatale, solo due decessi. Sarebbe giusto domandarsi perché. Vi ricordate del famoso “modello Italia” sulla gestione del Coronavirus? Con tanto di articoli nazionali ed internazionali spinti e suggeriti anche per calcare questa illusione… Ormai il Governo (comprese le Regioni) è nudo e la buffonata propagandistica assomiglia sempre più ad una favola dal tragico finale. Il problema è che la seconda ondata è arrivata e noi ci siamo ritrovati un’altra volta impreparati. Non abbiamo sfruttato il momento di tregua del virus per rimettere mano alla nostra sanità dopo anni di tagli e smantellamenti. Non siamo riusciti a programmare, ad educare ad uno stile di vita più adeguato alla situazione, abbiamo lasciato tutto alla sorte. E se anche il primo vero lockdown ha dato dei risultati in tema di diffusione della malattia, dopo qualche giorno c’è stato il tana liberi tutti. Compresa la riapertura delle discoteche, emblematica di un fallimento gestionale inginocchiato ai piccoli interessi. Neanche i Paesi che avevano scelto di chiudere parzialmente, con un approccio culturalmente diverso dal nostro, avevano mai osato tanto. Non dimentichiamo che a noi manca la cultura della sicurezza. Dal rispetto delle regole, all’incapacità di garantire tranquillità, alla mancanza della certezza della pena; si insinua sempre quel “faccio come mi pare” in salsa italiana, tanto nessuno mi punisce. E poi c’è il nuovo DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio) partorito come sempre senza passare dal luogo sacro delle decisioni, il Parlamento, che vieta ogni tipo di spostamento a Natale come se in questo momento fossero tutti ligi al dovere. Basta andare in giro per incontrare il solito traffico di persone e di auto. Sembra una sorta di accanimento nei confronti delle persone più sole, alle quali non viene chiesto di porre delle dovute attenzioni ma di rimanere isolate. Non mi meraviglia. Chi partorisce queste regole anche in tempi normali non ama molto socializzare, preferisce trascorrere il proprio tempo con la persona che più ama, se stessa. E’ un continuo gelido conflitto con il loro ego smisurato. E’ prevista una task force impressionante di controlli come in stato di guerra. Mancano solo i cecchini alla finestre per colpire i disobbedienti, ma forse è meglio non suggerire…
Pensatore intermittente , sempre condizionato dal cuore , vincolato da un incurabile senso di giustizia. Ha vissuto una vita divisa fra la passione per la politica e la concretezza dell’impegno lavorativo. Ha ricoperto diversi ruoli politici che gli hanno permesso di provare a mettere in pratica le sue idee facendolo scontrare con i muri dell’indifferenza e dell’individualismo. Ora fa l’opinionista per una rivista on line, Perugia Today, come osservatore vicino e distante rispetto al mondo che ci circonda. .
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