Finalmente è arrivato il momento della tregua, solo una semplice tregua utile a riportare a casa gli ostaggi israeliani dimenticati dal mondo e la possibilità per le popolazioni civili palestinesi di riaccendere una speranza. Non confondiamoci con la parola pace perché a quelle latitudini sarà sempre e solo un’utopia. La sospensione del conflitto è il frutto di un accordo illogico perché concluso tra un governo eletto democraticamente, per quanto fortemente criticabile ma pur sempre democratico, ed un gruppo terroristico che odia qualsiasi forma di democrazia occidentale e che vuole continuare ad ostentare chi controlla realmente il territorio con tanto di irriverente e fanatica prepotenza. Eppure, sono molti i fans di Hamas nel mondo civile, quasi a mostrare un insano fascino verso i regimi che sopprimono ogni forma di libertà di espressione soprattutto nei confronti delle donne. In questo momento di calma apparente ricordiamo il Giorno della Memoria più dimenticato degli ultimi anni. In un attimo ci ritroviamo catapultati indietro nel tempo senza il dovuto rispetto per quelle tragedie che hanno segnato la nostra storia e che dimostrano come attualmente sia ancora forte l’eco dell’antisemitismo. La commemorazione delle vittime dell'Olocausto sta vivendo momenti di grave distacco come se i fatti attuali possano confondere la storia, offrendo lo spunto ad ogni tipo di strumentalizzazione politica. Allo stesso modo, nel totale disprezzo dei diritti degli individui e di ogni forma di pietà umana, abbiamo vissuto un 7 ottobre 2023 simbolo di uno degli atti più violenti e brutali che la storia moderna abbia mai potuto percepire. In troppi hanno facilmente dimenticato questo massacro, spesso malamente interpretato come una forma di resistenza popolare, giustificando atti terroristici che nulla hanno a che fare con la legittima difesa. Gli stessi rapimenti, vissuti in diretta, per poi diventare crudeli video di ostaggi civili costretti a parlare sotto la minaccia delle armi, sotto ogni forma di violenza, fisica e psicologica, sono solo l’estremo tentativo di esasperare il dolore davanti ad una telecamera, per continuare a torturare i parenti delle vittime. Il dolore degli altri è stato sfoggiato come se fosse un trofeo in un crudele gioco di barbarie. Questo conflitto ha fatto emergere la necessità di riorganizzare correttamente le risorse nei territori palestinesi perché è evidente come i tanti milioni arrivati sono stati investiti non per infrastrutture, sanità e servizi sociali ma solo per armare gruppi terroristici che hanno sfruttato ed affamato la popolazione inerme. A seguito dei fatti accaduti, parlare di due popoli e due Stati sembra ormai una chimera, a meno che non si voglia continuare a giustificare il corso della storia solo con l’uso della prepotenza. Nella speranza che la tregua si trasformi in qualcosa di più solido, è impossibile ignorare che a parti invertite, con la forza militare di Israele, un popolo sarebbe stato completamente cancellato, per la seconda volta nella storia.
Pensatore intermittente , sempre condizionato dal cuore , vincolato da un incurabile senso di giustizia. Ha vissuto una vita divisa fra la passione per la politica e la concretezza dell’impegno lavorativo. Ha ricoperto diversi ruoli politici che gli hanno permesso di provare a mettere in pratica le sue idee facendolo scontrare con i muri dell’indifferenza e dell’individualismo. Ora fa l’opinionista per una rivista on line, Perugia Today, come osservatore vicino e distante rispetto al mondo che ci circonda. .
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