Il Blog di Franco Parlavecchio 2022

22 february 2022 by Franco Parlavecchio
Libertà di cura, libertà di scelta. Immobilismo politico, tema dimenticato e vuoto normativo
blog post libertà di cura ipocrisia

Dentro la mia testa risuona forte “ve lo avevo detto…”. Non sempre è carino ricordare un proprio articolo, ma anche questa volta sono costretto a farlo. Era lo scorso agosto, sempre su Perugia Today: “…sembra sempre più diffusa la convinzione che parlare di diritto e libertà di cura sia qualcosa che dovrebbe essere entrato a pieno titolo nella nostra cultura. Anche il tema dell’eutanasia ci permette di ragionare sul dignitoso fine di vita nella piena libertà di scelta”. Libertà di cura, libertà di scelta. Un tema importante, riguardo al quale sottrarsi prima ha significato subire le scelte degli altri poi. Così è successo con la sentenza della Corte Costituzionale che ha temporaneamente fermato il cammino verso la legalizzazione dell'eutanasia, determinata da una particolare interpretazione della Consulta che ha giudicato il quesito troppo ampio in relazione al tema del fine vita. Risultato? Lasciare un enorme vuoto normativo relativo ad un tema completamente dimenticato dalle istituzioni politiche. Tutto rimane come sempre fermo, immobile, insieme alla difficoltà e alla tranquillità nel decidere sul proprio corpo in quella che dovrebbe essere una normale e laica scelta assolutamente personale. Un passo indietro rispetto alle culture europee più avanzate ma assolutamente coerente con una cultura politica condizionata da motivi ideologici e religiosi. Il tutto condito da un pizzico di ipocrisia, perché sfortunatamente l’eutanasia continuerà ad esistere in quel terreno clandestino, in quella oscura zona grigia in cui si incontrano sofferenza ed illegalità E’ lo stesso metodo che è stato utilizzato durante la pandemia per giustificare lo stato di emergenza: solo divieti ed obblighi. Si è inciso sulla libertà delle persone per ragioni considerate più alte, quelle di un apparente bene generale. Tradotto: si preferisce un proibizionismo spesso poco incline ad interpretare le sofferenze umane. Noi, come da consolidata tradizione, abbiamo deciso di obbligare invece che convincere. Quale sarà il prossimo diritto non riconosciuto, non tutelato e ignorato? Tuttavia le colpe di questa decisione non possono solo essere addossate interamente in capo alla Consulta. Abbiamo un Parlamento sempre più inerte che non è stato in grado di assumersi alcuna responsabilità verso una scelta liberale e libertaria, che ha scelto di non assolvere, ancora una volta, i suoi doveri istituzionali. Ha chiuso gli occhi di fronte alle sofferenze dei singoli celandosi dietro alla solita opzione etica. Dimenticando che la scelta peggiore è quella di navigare a vista sopra le sofferenze dei cittadini. Ma anche noi semplici cittadini non siamo immuni da colpe. Abbiamo accettato dettami politici illogici perché in emergenza tutto è possibile. Ci hanno offerto in pasto il Grande Fratello o Sanremo per addormentarci. Il risultato: nessun referendum, nessuna espressione da parte del popolo, nessuna domanda. Nessuna responsabilità.

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Franco Parlavecchio

Pensatore intermittente , sempre condizionato dal cuore , vincolato da un incurabile senso di giustizia. Ha vissuto una vita divisa fra la passione per la politica e la concretezza dell’impegno lavorativo. Ha ricoperto diversi ruoli politici che gli hanno permesso di provare a mettere in pratica le sue idee facendolo scontrare con i muri dell’indifferenza e dell’individualismo. Ora fa l’opinionista per una rivista on line, Perugia Today, come osservatore vicino e distante rispetto al mondo che ci circonda. .

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