Il Blog di Franco Parlavecchio 2025

Verba volant, scripta manent. Con le chiacchiere rischi sempre di essere smentito, ma la penna indelebile rimane uno strumento definitivo, nel bene e nel male. Lo scorso aprile, durante le feroci polemiche sulla gestione della sanità regionale, ribadivo: “si è persa, completamente dimenticata, la difesa della sanità pubblica. Questo tema si è smarrito nel caos di questi giorni perché per salvare il sistema pubblico saranno sempre e solo gli stessi cittadini a pagare profumatamente. Alla fine, qualcuno potrebbe tirare fuori la soluzione dal cilindro: coinvolgere il “tanto odiato” privato, sempre utile in caso di bisogno, che magicamente potrebbe diminuire le liste d’attesa con buona pace di quello che si è raccontato in campagna elettorale”. È così è successo. In realtà per predire questo evento non serviva certamente un mago, questa era l’unica soluzione sensata, nel silenzio ferragostano, al fine di evitare l’imbarazzo nei confronti di chi è stato usato per fare una campagna elettorale piena di proclami ideologici. Anche se qualcuno rimarrà deluso dalle tante fantasie raccontate in questi mesi, è giusto affrontare la realtà e su questo piano la Giunta Regionale ha preso la decisione più razionale. Può disturbare che per arrivare a questa conclusione sono trascorsi decenni di smantellamenti della sanità pubblica proprio da parte di quelli che si ergevano a grandi difensori, gli stessi che festeggiavano la chiusura degli ospedali pubblici pur sapendo che sarebbe stato solo l’inizio della fine di una Regione che avrebbe dovuto mantenere alto il livello di un servizio pubblico svilito a centro di collocamento del proprio elettorato. Ora non c’è nulla da criticare ma solo da apprezzare la concretezza del provvedimento più nascosto dell’anno. Nessuna conseguenza politica, nessuno si dimetterà perché l’amore per la poltrona è sempre più forte rispetto a qualsiasi ideologia. Adesso la sfida sta verso il futuro, nella pianificazione regionale sanitaria, considerato che molte eccellenze mediche hanno già abbandonato l’Umbria schifate da una gestione pubblica incapace di difendere un servizio degno di questo nome o si sono rifugiate nel mondo del privato anche grazie alla manina della parte pubblica.